L’invenzione della penna a sfera
Il primo successo della penna a sfera avvenne nel 1945 quando una folla di più di 5000 persone si fiondò all’ingresso del negozio di Gimbels a New York. Il giorno prima Gimbels aveva comprato un’intera pagina del New York Times per promuovere la prima vendita di penne a sfera negli Stati Uniti. La penna veniva descritta come uno strumento miracoloso che poteva scrivere per due anni senza dover essere ricaricata. Nel primo giorno di vendita Gimbels esaurì completamente la sua scorta di 10’000 penne a 12,50 dollari l’una!
In realtà questo prodotto non era affatto nuovo e non era nemmeno migliorato particolarmente negli ultimi dieci anni. Nel 1888 John Loud, un conciatore di pelli americano, inventò una penna con una sfera sull’estremità che utilizzava per scrivere sulle pelli. La brevettò ma non la produsse mai. Questo prototipo aveva comunque qualche problema con l’inchiostro, se ce n’era troppo esso colava, se ce n’era troppo poco invece la punta risultava troppo secca.
La vera svolta avvenne circa 50 anni dopo in Ungheria, nel 1935, grazie ai fratelli Ladislas e Georg Biro. Ladislas aveva una grande inventiva, lavorava per un piccolo giornale ed era stanco di dover ricaricare continuamente il proprio pennino e di pulire le macchie d’inchiostro, inoltre spesso la punta affilata della sua penna stilografica bucava qualche pagina. Chiese così aiuto al fratello Georg, che era un chimico, per ideare nuovi design per una penna ed un nuovo inchiostro che creasse meno problemi. Un’ estate mentre passeggiavano sul lungo mare i due fratelli Biro incontrarono un anziano Augustine Justo, l’allora presidente dell’Argentina. Gli mostrarono la loro invenzione e lui gli propose di aprire una fabbrica in Argentina. Una volta lì i fratelli Biro trovarono molti investitori che volevano finanziare il loro progetto.
Purtroppo il primo prodotto si rivelò un disastro, perché richiedeva l’azione della gravità per far si che l’inchiostro arrivasse alla sfera. Idearono così un sistema che si basava sulla capillarità, facendo diventare la sfera di metallo una spugna che poteva assorbire meglio l’inchiostro e garantire una scrittura migliore. Non fu comunque un vero successo e la loro fabbrica in Argentina fallì.
Ci furono due notevoli miglioramenti apportati da altre due persone. Patrick J. Frawley comprò la ricetta chimica di Fran Seech e ideò una punta retrattile così da ridurre le macchie causate dalla sua sfera. Inoltre questo inchiostro era lavabile, ebbe quindi un enorme successo e nacque la Papermate.
L’altro uomo che determinò il successo della penna a sfera fu Marcel Bich, un artigiano francese specializzato in astucci e porta penne. Bich era deluso dalla qualità delle penne a sfera che aveva visto e scioccato dal loro prezzo, ma credeva nel loro potenziale come prodotto. Si recò dai fratelli Biro e si accordò con loro per ottenere il permesso di usare le loro conoscenze, per due anni poi studiò tutte le penne a sfera esistenti al microscopio. Nel 1952 Bich era pronto ad introdurre un nuovo tipo di penna a sfera che non sporcava, scriveva in modo fluido ed era poco costosa, la chiamò “penna a sfera Bic”. Le penne Bic oggi sono molto utilizzate e sono anche chiamate penne Biro, a testimonianza dei loro primi inventori.